La sterilizzazione chirurgica

Ultima modifica 16 settembre 2020

La sterilizzazione chirurgica, sia nel maschio che nella femmina, è una parte fondamentale delle cure di base di ogni cane o gatto. Non è utile solo a prevenire gravidanze indesiderate, a impedire la nascita di gattini o cuccioli non voluti e contribuire al grosso problema del gran numero di animali abbandonati che è sempre in crescita (rifugi e canili purtroppo sono sempre gravemente sovraffollati), ma ha soprattutto importanti conseguenze favorevoli per la salute degli animali e per la prevenzione di molti problemi di comportamento con cui è difficile convivere. Inoltre la sterilizzazione previene gravi malattie infettive trasmissibili con l’accoppiamento.

 

L’impiego di anestetici moderni e di efficaci analgesici rende la procedura sicura e con il minimo disagio per l’animale. Prima della sterilizzazione si effettua sempre un’accurata visita clinica per verificare che non esistano controindicazioni all’intervento. È possibile effettuare degli esami preoperatori (esami del sangue e delle urine, radiografie, ecocardiografia) da valutare caso per caso secondo l’età e le condizioni fisiche del cane o del gatto.

Cane

La sterilizzazione del maschio

La sterilizzazione è un intervento chirurgico che consiste nell’asportazione dei testicoli (orchiectomia) e comporta numerosi vantaggi di tipo fisico e comportamentale. Con la sterilizzazione si possono prevenire molte patologie comuni tra cui:

  • l’iperplasia prostatica benigna (l’ingrossamento della prostata che si verifica nei soggetti anziani),
  • le infezioni della prostata (prostatiti),
  • alcuni tipi di ernie,
  • i tumori testicolari,
  • i tumori delle ghiandole dell’ano,
  • malattie infettive a trasmissione sessuale.

Con la sterilizzazione inoltre cessano o comunque si riducono vari comportamenti negativi:

  • le odorose e fastidiose secrezioni del prepuzio,
  • l’abitudine ad alzare la zampa per urinare e la marcatura del territorio con l’urina,
  • l’abitudine a vagabondare, se causata dal richiamo di femmine in calore,
  • l’aggressività verso altri cani e i danni provocati dalle lotte per il territorio,
  • ululati e latrati continui,
  • l’abitudine a montare il padrone od oggetti vari,
  • l’interesse per le cagne in calore.

Nonostante sia una credenza comune, la sterilizzazione non influenza il carattere del cane, né la sua intelligenza, la giocosità e l’affetto verso i proprietari. L’intervento non modifica neppure appetito e livello di attività, che non dipendono certo dagli ormoni sessuali: i cani tendono ad ingrassare solo se viene dato loro cibo in quantità eccessiva, siano essi interi o sterilizzati! La sterilizzazione si può eseguire a qualunque età, anche nei cani anziani purchè non ci siano controindicazioni all’anestesia generale. Il momento migliore è però quando il cane ha 10 mesi, prima che sviluppi abitudini spiacevoli (come il vagabondaggio o il marcare con l’urina) e mentre è in condizioni fisiche ottimali.

La sterilizzazione della femmina

La sterilizzazione nella femmina consiste nell’asportazione chirurgica dell’utero e delle ovaie (ovarioisterectomia) o delle sole ovaie (ovariectomia), in seguito alla quale cessano completamente i calori e quindi le perdite di sangue e i comportamenti indesiderati.

Ecco i numerosi vantaggi che questa pratica comporta per la salute della cagna:

  • cessa l’attrazione esercitata nei confronti dei maschi durante i calori,
  • si elimina il rischio di avere gravidanze indesiderate,
  • si prevengono le malattie dell’utero (tumori e infezioni),
  • se praticata prima del primo calore, la sterilizzazione previene i tumori della mammella.

I benefici della sterilizzazione sulla cagna sono così importanti che questo intervento dovrebbe essere eseguito di routine su ogni cagna, a meno che ovviamente non si desiderino i cuccioli. Il motivo più importante è il fatto che una cagna sterilizzata prima del primo calore non correrà il rischio di sviluppare tumori mammari, che sono molto frequenti in questa specie. Se l’intervento viene praticato dopo il primo calore l’incidenza di tumori mammari sale al 7%, e dopo il secondo calore addirittura al 25% (una probabilità su 4!). Per questo il momento migliore per eseguirla è quando la cagna ha 6 mesi, quando cioè è in condizioni fisiche ottimali per affrontare l’intervento e non è troppo grassa.

La sterilizzazione chirurgica, a qualunque età sia praticata, inoltre impedisce alla cagna di sviluppare una piometra, cioè una grave infezione in seguito alla quale l’utero si riempie di pus, e che richiede necessariamente un intervento chirurgico, spesso d’urgenza, per salvare la cagna.

Come per il maschio, non si verificano alterazioni della personalità o dell’intelligenza, e neppure dell’appetito. La cagna va in calore per 2-3 settimane due volte all’anno. Non è eliminando questi due periodi che si causa un aumento di peso, ma solo alimentando troppo l’animale e facendogli fare poca attività fisica, entrambe cose che il proprietario può correggere facilmente.

È preferibile non sterilizzare la cagna durante il calore, perché ha una maggior tendenza al sanguinamento, cosa che complica l’intervento chirurgico.

GATTO

La sterilizzazione del maschio

La sterilizzazione del maschio riduce in modo significativo alcuni tipi di comportamento che espongono il gatto a incidenti, traumi e pericoli di contrarre gravi malattie, quindi, come per il cane, comporta numerosi vantaggi:

  • Cala del 90% la tendenza ad allontanarsi da casa e a lottare con gli altri gatti.
  • I gatti sterilizzati statisticamente vivono più a lungo e sono più sani di quelli interi.
  • Durante il vagabondaggio e le lotte il gatto rischia di essere investito, preso a fucilate, avvelenato, sviluppare ferite da morso e ascessi.
  • Il gatto evita di contrarre malattie gravi come la leucemia felina (FeLV) e l’immuonodeficenza felina (FIV), trasmissibili sia sessualmente che per contatto con gatti infetti.
  • Anche nel gatto che vive confinato in casa la sterilizzazione apporta dei vantaggi: diminuisce del 90% il comportamento di marcatura (vale a dire l’abitudine a spruzzare l’urina per segnare il territorio) e l’urina perde l’odore intenso e sgradevole tipico dei maschi interi, difficilmente sopportabile se non ha possibilità di fare i bisogni all’esterno.

E’ importante sottolineare che la sterilizzazione influisce solo sulla produzione di testosterone (che è l’ormone maschile responsabile del comportamento sessuale, dell’interesse verso le femmine in calore e dell’aggressività); l’intelligenza e il temperamento del gatto non ne vengono assolutamente influenzati (il testosterone non ha alcuna influenza sull’intelligenza!). Il gatto sterilizzato non diventerà affatto pigro e stupido, o modificherà il suo carattere, com’è credenza comune tra alcuni proprietari contrari o titubanti, bensì conserverà tutti i tratti della sua personalità precedenti all’intervento; sarà altrettanto affettuoso e godrà di una vita più lunga e senz’altro più sana. I gatti sterilizzati inoltre in genere si tengono molto più puliti di quelli interi, cosa che può rendere molto più serena la nostra convivenza con loro! La propensione verso la caccia, invece, non viene per nulla modificata.

L’intervento può essere eseguito ad ogni età, ma in genere si effettua a circa un anno, prima che il gatto raggiunga la piena maturità sessuale e inizi ad allontanarsi da casa, altrimenti c’è il rischio che possa conservare cattive abitudini o che soccomba per qualche incidente.

La sterilizzazione della femmina

La sterilizzazione è un intervento chirurgico che si effettua di routine nelle gatte perché permette di evitare le gravidanze e i problemi legati al calore, come i miagolii continui, ma anche perché ha importanti effetti positivi sulla salute. La sterilizzazione, infatti, previene le malattie dell’utero (piometra) e, se effettuata in giovane età (prima della pubertà), anche i tumori mammari. La sterilizzazione viene infatti eseguita preferibilmente a 5- 6 mesi di età, prima che la gatta abbia il primo calore; in questo modo si ottiene una riduzione di incidenza di tumori della mammella del 91%. Nelle gatte sterilizzate entro i 12 mesi di età, la riduzione dei tumori mammari è del 86%. Se la sterilizzazione viene effettuata tra uno e due anni di età, la riduzione del rischio è solo del 11%. Dopo i due anni di età la sterilizzazione può sempre essere effettuata, ma non ha più l’effetto protettivo sulla comparsa del tumore mammario. La gravidanza, peraltro, non ha alcun effetto protettivo sulla comparsa di questa patologia, non diminuisce cioè le probabilità della sua comparsa. Far fare una gravidanza alla gatta, prima di sterilizzarla, non è quindi di alcun vantaggio per la sua salute (la espone anzi a possibili rischi).

La sterilizzazione può essere effettuata in due modi: asportando l’utero e le ovaie (ovarioisterectomia), o asportando solo le ovaie (ovariectomia); in entrambi i casi la gatta non avrà più calori e non potrà restare gravida. Poiché la comparsa dei calori, lo sviluppo di tumori mammari e i problemi di comportamento dipendono dall’attività delle ovaie, i due tipi di intervento sono altrettanto efficaci. Di solito è preferibile togliere anche l’utero nelle gatte più anziane, in quelle che hanno ricevuto trattamenti ormonali anticoncezionali e, ovviamente, in quelle in cui sono presenti patologie a carico dell’utero, o che al momento della sterilizzazione sono già gravide. Nel caso di gatte giovani e sane è sufficiente asportare le ovaie, il che rende l’intervento più semplice e rapido e con minori complicazioni.

La gatta, contrariamente alla cagna, può essere sterilizzata anche quando è in calore, il che porta alla cessazione immediata delle manifestazioni dell’estro (miagolii, attrazione dei maschi). Anche le gatte gravide possono essere sterilizzate, il che rappresenta un metodo efficace di interruzione della gravidanza, ma più la gravidanza è avanzata più l’intervento è lungo e complicato, dal momento che i vasi sanguigni dell’utero e delle ovaie sono molto più grandi durante le ultime fasi della gravidanza.

Se la gatta ha partorito di recente e la si vuole sterilizzare, idealmente è meglio aspettare che i gattini siano svezzati, in modo che le ghiandole mammarie siano ridotte di volume e non interferiscano con la chirurgia. Poiché però la gatta può tornare in calore durante l’allattamento, non sempre è possibile aspettare.

Contrariamente alle dicerie popolari, la sterilizzazione non altera affatto la personalità della gatta: la gatta sterilizzata avrà esattamente la stessa personalità di quando non è in calore, vale a dire di quando l’attività delle sue ovaie è a riposo e non ci sono ormoni estrogeni in circolo; non è vero che le gatte sterilizzate diventano pigre e ottuse. Poiché in genere la sterilizzazione coincide con il raggiungimento del completo sviluppo fisico, i fabbisogni alimentari diventano inferiori e può essere necessario limitare la quantità di cibo che si lascia a disposizione della gatta per prevenire problemi di obesità.

L’intervento di legatura delle tube è controindicato: non elimina i comportamenti indesiderati legati al calore, non protegge dalla comparsa dei tumori mammari, espone la gatta al rischio di patologie dell’utero (in particolare la piometra) e di infezioni virali contratte con l’accoppiamento.


Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot