Vaccinazione conigli e furetti

Ultima modifica 16 settembre 2020

Furetto

Il furetto deve essere vaccinato contro il cimurro (la stessa malattia che colpisce il cane). Questo animale è molto sensibile al virus del cimurro e se si ammala è quasi sempre destinato a morire. Ogni furetto deve essere vaccinato, anche se vive in casa e non ha contatti né con altri furetti né con i cani. Il virus, infatti, non si trasmette solo per contatto diretto con animali ammalati, ma anche in modo indiretto, ad esempio con l’aria. Di solito il piano vaccinale nel furetto è il seguente:

  • 1° vaccino 6-8 settimane
  • 2° richiamo 10-12 settimane
  • 3° richiamo 14-16 settimane

Successivamente un richiamo all’anno, per tutta la vita. Nel caso di un furetto adulto che non è mai stato vaccinato in precedenza, si effettuano due vaccinazioni a distanza di tre settimane, e quindi una di richiamo ogni anno. In Italia non sono reperibili vaccini specifici per il furetto. Si impiega di norma un vaccino bivalente (cimurro/epatite) per il cane.

Altre malattie

Se il furetto deve essere portato all’estero deve obbligatoriamente essere vaccinato contro la rabbia, in caso contrario questa vaccinazione non si esegue di routine. La prima vaccinazione si esegue a partire dai tre mesi di età e in seguito si effettuano dei richiami annuali. Dal punto di vista legale, per essere considerato valido il vaccino contro la rabbia deve essere stato somministrato almeno da un mese.

È possibile eseguire le vaccinazioni contro la leptospirosi, ma poiché il furetto è resistente a questa malattia e se vive in casa ha scarse possibilità di venire a contatto con roditori portatori, in genere questa vaccinazione non si effettua.

Si potrebbe anche immunizzare il furetto contro l’influenza umana, usando lo stesso tipo di vaccino che si somministra alle persone, ma anche in questo caso di norma non si fa, perché l’influenza nel furetto, come nelle persone, ha un andamento benigno e passa in pochi giorni.

Il furetto non è suscettibile al virus dell’enterite del visone, al parvovirus della gastroenterite del cane, al virus dell’epatite del cane, al virus della leucemia felina, della gastroenterite del gatto e delle malattie respiratorie del gatto. Poiché questo è ormai accertato sperimentalmente, è inutile vaccinare il furetto contro queste malattie.

Moffetta

Come il furetto, la moffetta va sempre vaccinata contro il cimurro. La prima iniezione si esegue a partire dalle otto settimane di età, con un richiamo all’undicesima e alla quattordicesima settimana. In seguito si vaccina una volta all’anno, per tutta la vita. Se si iniziano le vaccinazioni in un animale già grande si effettua un secondo richiamo dopo 3-4 settimane, e in seguito annualmente. Se la moffetta deve essere portata all’estero è obbligatoria la vaccinazione contro la rabbia che, come per cane e furetto, ha validità di un anno. La prima iniezione può essere eseguita dopo i 4 mesi di età. La vaccinazione contro la leptospirosi in genere non si esegue, perché il rischio di malattia è veramente basso.

Coniglio

Il coniglio di casa può essere vaccinato contro due malattie: la mixomatosi e la malattia emorragica virale (MEV). Sono entrambe malattie virali; sono molto gravi per il coniglio ma non colpiscono le persone o altre specie animali. In Italia hanno una distribuzione variabile: in alcune zone, come il nord Italia, sono endemiche (sempre presenti) e in altre poco presenti. La necessità di sottoporre i conigli di casa a queste vaccinazioni varia dunque nel territorio nazionale; sarà il veterinario a suggerire se sottoporre o no il coniglio a vaccinazione. In caso di dubbio, occorre rivolgersi al più vicino Istituto Zooprofilattico e chiedere se le malattie sono presenti nel territorio in cui si vive. Non dimenticate che se vivete in un territorio indenne da mixomatosi e da MEV e quindi i vostri conigli non sono vaccinati, se li spostate in una zona diversa (ad esempio per una vacanza) è necessario vaccinarli se in quell’area le malattie sono presenti. E’ meglio informarsi in anticipo della loro presenza prima di introdurre i propri conigli in una nuova zona. E’ da tenere presente che il regolamento di polizia veterinaria prevede che ogni coniglio infetto da mixomatosi e da MEV sia ucciso e distrutto.

Mixomatosi

La mixomatosi è una malattia virale molto contagiosa e che provoca nel coniglio un’elevata mortalità. La malattia può trasmettersi sia direttamente (un coniglio ammalato infetta uno sano che gli sta accanto) tramite l’accoppiamento o il reciproco contatto, sia in modo indiretto attraverso vari tipi di vettori, in particolare insetti e artropodi (zecche, acari, pidocchi, zanzare, pulci, flebotomi). Pulci e zanzare possono veicolare nel loro interno il virus per lunghi periodi, agendo come serbatoio della malattia. In questo modo il virus ha la possibilità di diffondersi in vaste zone, anche dove non vi è la presenza di conigli infetti.

L’incubazione è di 5-15 giorni. I sintomi comprendono: abbattimento, congiuntivite, scolo dagli occhi, rigonfiamenti cutanei sulla testa e gli arti, infiammazione degli organi genitali. La morte sopravviene in 5-10 giorni.

Malattia emorragica virale del coniglio (MEV)

La Malattia Emorragica Virale (MEV) è una malattia infettiva acuta del coniglio caratterizzata da gravi lesioni polmonari ed epatiche. La via di ingresso principale del virus nell’organismo del coniglio è orale (attraverso la bocca), ma è possibile anche la diffusione attraverso l’aria e l’inoculazione. Il coniglio infetto diffonde il virus tramite secreti ed escreti (saliva, lacrime, urina, ecc.). La malattia si trasmette sia per via diretta (per contatto diretto con un coniglio ammalato) sia indiretta (anche tramite insetti vettori: pulci, mosche, zanzare), e colpisce solo i conigli al di sopra di 30-50 giorni di vita. Il tempo di incubazione è di 36-72 ore. La mortalità è altissima (80-100% nei conigli sopra i due mesi di vita), e non esiste alcuna terapia. Il virus è molto resistente nell’ambiente.

Un sintomo tipico è rappresentato dalla morte improvvisa del coniglio; non di rado il proprietario esce di casa lasciando l’animale in perfette condizioni e rientra trovandolo morto. Talvolta sono presenti segni di tipo neurologico: testa piegata all’indietro, incoordinazione, movimenti di pedalamento delle zampe, crisi eccitative. In alcuni casi si osserva la fuoriuscita di liquido emorragico dalle narici. La morte è causata da un’alterazione massiva della coagulazione del sangue, che causa emorragie in tutti gli organi, in particolare nei polmoni.

La vaccinazione

In commercio esistono diversi tipi di vaccino. Nel 2012 è stato messo in commercio un nuovo vaccino per i conigli da compagnia, che con una sola iniezione protegge i conigli da entrambe le malattie per un anno. La prima iniezione si può effettuare dalle 5 settimane di vita, in seguito si eseguono richiami annuali. Questo vaccino è sicuro e innocuo.

Altri vaccini

In commercio si trova un vaccino per una terza malattia, la pasteurellosi, una malattia causata dal batterio Pasteurella multocida. Nei conigli da compagnia è sconsigliato l’impiego di questo vaccino, per vari motivi. Uno di questi motivi è l’incidenza di effetti collaterali gravi (anche la morte) che sono stati segnalati in seguito all’uso di questo prodotto. Questo vaccino è stato realizzato per gli allevamenti intensivi, in cui si ragiona sui grandi numeri e un decesso occasionale da vaccino non rappresenta un problema. Nel coniglio da compagnia l’eventuale morte legata alla vaccinazione non è certo considerata accettabile. Inoltre la pasteurellosi è così comune e diffusa che ci sono alte probabilità che un coniglio sia portatore (alberghi già il batterio nel suo organismo, anche senza essere malato), rendendo inutile il vaccino. Negli allevamenti di solito si utilizza un vaccino prodotto utilizzando i batteri effettivamente presenti in allevamento e coltivati in laboratorio (il cosiddetto vaccino stabulogeno): ci sono molti ceppi diversi di Pasteurella e per essere efficace il vaccino deve immunizzare contro lo specifico ceppo presente in quell’allevamento. Questo ovviamente nel coniglio di casa non è fattibile. Per finire, nessun vaccino al momento si è dimostrato in grado di prevenire la pasteurellosi.

 


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